Ovvero perché “la ciotola è utile perché è vuota” (componimento zen) Cari genitori, fra qualche…
Febbraio, tempo di pagelle….
Finisce il primo quadrimestre ed ecco, come ogni anno, l’appuntamento con le schede di valutazione, attesissime, ma spesso altrettanto temute e portatrici di stati ansiosi, quando subentrano fatiche emotive o difficoltà di apprendimento ed organizzazione dello studio.
Ormai, con la digitalizzazione dei voti, la pagella non dovrebbe più essere una sorpresa, né per il bambino e l’adolescente, né per i genitori. Ma rimane un momento delicato, soprattutto per improntare al meglio il quadrimestre successivo.
Ecco i miei 5 consigli per gestire il momento pagella nel migliore dei modi e renderlo momento di unione e forza per i nostri figli.
- POSITIVITA’ – Ovviamente cerchiamo di valorizzare prima di tutto le valutazioni positive, e passare poi agli eventuali voti negativi con frasi tipo: “Vedi, qui abbiamo da fare! Vediamo come ci possiamo organizzare… tu cosa ne pensi?” oppure “Dai, lo sapevamo che qui c’è un problema. Dobbiamo lavorare…” e non invece con frasi tipo “Te lo avevo detto, non hai voluto ascoltarmi”, perché il bambino ormai non può più rimediare! L’idea che vorrei trasmettervi è quella del poter FARE QUALCOSA PER MIGLIORARE: al di là del voto in sé, credo sia fondamentale per i nostri figli imparare che ci si deve impegnare per migliorare e aggiustarsi, con il nostro aiuto ovviamente. E quindi anche il voto, può essere sistemato, con la strategia ed i consigli giusti.
- SERIETA’ E COLLABORAZIONE – Soprattutto se si tratta della prima pagella e quindi di bimbi in prima elementare, bisogna vivere il momento con serietà ma non con pesantezza. E’ importante passare ai propri figli l’idea che la pagella serve per far capire a che punto del proprio percorso di apprendimento si trova ciascuno, se c’è un buon metodo di studio oppure no; le insegnanti danno valutazioni sulla materia e non sulla persona, è dunque fondamentale far percepire la nostra vicinanza ai docenti e la profonda collaborazione che ci deve essere tra scuola e famiglia.
- ANALIZZARE CON ATTENZIONE LA SITUAZIONE – se la pagella è negativa, considerate tutti i fattori possibili. Ad esempio ricordate che nei momenti di passaggio un calo può essere fisiologico, perché quando il corpo cresce la testa rallenta. In ogni caso un brutto voto ci dice qualcosa, e va dunque interpretato come un “sintomo”. Bisogna identificare le possibili cause di un brutto voto: può esserci una fatica nell’apprendimento, dovuta al carico di lavoro, al fatto che la scuola è diventata troppo difficile; in altri casi il metodo di studio va potenziato perché l’apprendimento è superficiale e non va in profondità.
- TROVATE TEMPO e SPAZIO – Succede anche che dietro la pagella ci siano messaggi relazionali, che un brutto voto simboleggi una necessità del bambino, ad esempio di maggiori attenzioni. E’ INDISPENSABILE dedicare ai propri figli del tempo esclusivo: solo così potranno avere il modo e lo spazio per raccontarvi cosa c’è dietro una brutta pagella e confidarvi le loro difficoltà. Provare per credere!
- STIMOLARE LA CURIOSITA’ – Un’altra regola per invogliare i bambini è stimolare la curiosità. Ad esempio nel fare i compiti è utile una frase come: “Fammi vedere come fai questa cosa? Sai che non me lo ricordo più?” Ed anche il confronto continuo e la collaborazione costruttiva con i docenti sono passaggi fondamentali per individuare le fatiche dei propri figli e le strategie per superarle.
Ricordate infine che per valutare eventuali difficoltà di apprendimento, per potenziare attenzione e metodo di studio, uno specialista può essere di aiuto anche solo per trovare spazi di ascolto e di dialogo nel rapporto genitori-figli.
Dott.ssa Rosa Francesca